giovedì, settembre 28, 2006

In buca la 1

Ieri sera per la prima volta nella mia vita ho preso parte ad una vera partita di biliardo..
Luci soffuse, tavolo verde e quelle regole all'inizio incomprensibili, hanno cominciato ad appassionarmi.. fino al punto da essere quasi dispiaciuta che Ale avesse chiuso i giochi...
Sempre ieri sera ho visto uno dei film più duri che siano mai stati girati.. Crudo, reale, senza filtri.. E immaginarli tutti morti quegli attori, per un po' di quel fluido color liquirizia, che ti spacca le vene se tagliato male, mi fa venire i brividi.. Vedere Ostia nel 1983, con il deserto e solo mare e palafitte dove ora c'è la portuale civiltà, mi ha fatto venire una malinconia infinita..
E mi ha fatto pensare che mentre io nascevo la realtà ostiense era questa.. un povero quartiere bagnato dal mare.. nel degrado più totale. Solo refrigerata dalle estati accaldate, l'economia ostiense era gestita da 2 o 3 famiglie..e nel film le allusioni sono tantissime...
Poi, sempre ieri sera, mi sono accorta che non mi importa più di raccontare... Ognuno sa troppo di me. La mia logorroicità comincia a grattarmi la gola.
In effetti, è una mia caratteristica.. da sempre parlo tanto..ma spesso sto solo coprendo qualcos'altro.. e allora basta coprirlo... che esca pure quel sano imbarazzo di chi non ha niente da dirsi...che riempiano gli altri i silenzi che fanno paura.. a me non interessano più.
Poi, mi sono accorta che non riuscirei mai a partire ora.. ad andare lontano da lui, adesso che l'ho incontrato. E non perché creda a quelle cazzate che ti raccontano, che le tentazioni si concentrino tutte quando si va in erasmus... Che mi importa delle tentazioni...
e' un problema di condivisione, di esperienze.. a me piace troppo vedere come cambia il suo sorriso davanti ad ogni esperienza della vita... e non voglio perdermene nemmeno un giorno...
Poi, ho imparato che devo prendermi un po' più in giro... Non sono mai stata molto ironica con me stessa... semmai critica.. ma ad insegnarmi l'autoironia sono sempre stati gli altri...


BEATI quelli che sanno ridere di se stessi,
perche’ non finiranno mai di divertirsi.

BEATI quelli che sanno distinguere
una montagna da un ciotolo
perche’ eviteranno molti fastidi.

BEATI quelli che sanno riposare e dormire
senza trovare scuse, perche’ diventeranno saggi.

BEATI quelli che sanno ascoltare e tacere,
perche’ impareranno cose nuove.

BEATI quelli che sono abbastanza intelligenti
per non prendersi sul serio,
perche’ saranno apprezzati dai loro vicini.

BEATI quelli che sono attenti alle richieste
degli altri, senza sentirsi indispensabili,
perche’‚ saranno dispensatori di gioia.

BEATI quelli che sanno guardare
seriamente alle cose piccole
e tranquillamente alle cose importanti,
perche’ andranno lontano nella vita.

BEATI quelli che sanno apprezzare un sorriso
e dimenticare uno sgarbo,
perche’ il loro cammino sarà pieno di sole.

BEATI quelli che pensano prima di agire,
perche’ non si turberanno dell'imprevedibile.

venerdì, settembre 22, 2006

Doccia purificante


Stasera, dopo ore di studio, dopo un giorno passato in pigiama, con Andrea impegnato in una cena che guarda al futuro, io aspetto che passi questa ora, con una voglia matta di farmi una doccia, ma una stanchezza troppo potente nelle ossa per fare qualunque cosa..
Qualcuno dice che Baglioni, non valga assolutamente un cazzo, che non gli dica nulla.. io, intanto, (santa incoscienza), me lo metto su con una playlist da spavento, per cullare questo post, spaesato e stanco..
Riflettevo ieri sera, con uno dei tanti incontri che si sono avvicendati nel corso della serata, dello stranissimo periodo che sto vivendo.. mai come dopo il ritorno dal Cammino mi sono entrate belle persone, nuove, pulite, fresche, nella vita...
Porco Giuda, quanta carta straccia ho buttato via in queste ultime 2 settimane...
Nonostante la pesantezza dello studio, che con la laurea più vicina si fa sempre più pesante.. volteggio leggera, da un incontro all'altro, ho ripreso a chiudermi nelle mie adorate mostre, ho ripreso a stupirmi per le frecce disegnate dagli uccelli in cerca di una nuova estate..
Ecco.. dopo un anno di ipocondriaca cristallizzazione delle mie membra, ho ricominciato finalmente a stupirmi della vita.. a guardarla con l'incoscienza e la genuinità di un bambino..
ah, non abbandonarmi mai ti prego!!!!Sogni e carillons profumati, accompagnatemi sempre, arricchiti di quell'incantato cinismo nei confronti del resto del mondo...che non fa mai male!
Trucchetti per costruire un castello bellissimo. E vivere questa favola che mi è stata concessa con la leggerezza più leggera che c'è..

Sognando California..

Non so perché stanotte ho fatto questo sogno così lungo, insulso, pieno di gente e che mi ha turbato tanto.. lontane gelosie, musica assordante, case, neve, montagne e lacrime bloccate in gola.. non posso piangere anche nei sogni, mamma mia! Che palle!
Ho sognato nuova gente, gente passata, gente mai vista e solo immaginata..
E non riesco a togliermi dalla testa quella sensazione..

martedì, settembre 19, 2006

Da me a te



La guardai per un'ora buona. E quella mano che stropicciava il suo stretto vestitino di fiori, nel sorriso di una trionfale entrata da protagonista del suo cuore ora stringeva quel freddo e piccolo contratto con la morte.
Fumava nervosamente quasi il tempo fosse lì lì per terminare, guardava con sospetto ogni cliente del bar che le passava accanto.
Costole di un'aria di metallo, i piedi le si spaccavano di collera, martelli sul terreno..
Poi prese la sua macchina verde e si allontanò nella strada pesante di asfalto appena steso.

I suoi occhi, liane tese di sorrisi sudamericani, al suono della sua voce roca, divennero tempesta di sabbia e fuoco.
Non poteva sopportarlo. Avrebbe dato tutto perché quell'incubo finisse.. No, non era possibile.. Lui avrebbe amato solo lei. Per sempre. Glielo aveva promesso su quel ponte sospeso...

E allora cominciarono a danzare, felici di quel matrimonio di cuori e corpi caldi, tra le lenzuola di una notte troppo lunga per finire.. il loro odore ovunque, miscela di mirto e grappoli di miele.. a ricordare quelle urla.. delizia di piacere e ricordo di lune lontane.
Ora lui era lì.. cristalizzato nel suo corpo scultoreo. Non un cenno di ricordi nel suo volto teso e canzonatorio.. già ubriaco di un nuovo odore di lamponi e glassa.
Strega di notte, buia tesoriera di ogni sortilegio.. non era riuscita a fermare quell'attimo.
Cosa avrebbe detto il suo rancore? Lì per lì riuscì solo a prestarle l'accendino per un altra sigaretta.
Tu nascosta in fondo a un'amarezza, ora fingerai che il mondo sia un bel posto..
Crescendo sul filo di un'incendio, ora imparerai a ingoiare, a dimenticare.

Einstein


Sfoghi mattutini che non possono essere pubblicati.

giovedì, settembre 14, 2006

Ci ordinarono di stare zitti

C'è tempo per ogni potente segno del destino, che manda a puttane tutto o crea turbini di insondabile fortuna. Non c'è un motivo per cui un ricordo cade, come un pacco di sconosciute lettere o di foto sbiadite dal tempo passato.
Un giorno mi ordinarono di chiudere la bocca, per non parlare più.. forse tutto sarebbe andato meglio senza la mia logorroica ingenuità.
Un giorno, ad un posto di blocco, in una strada d'asfalto nero, bruciata da una luna troppo chiara, mi chiesero di dimostrare.. ciò che ero stata fino ad allora.. Documenti, prego?
Ma non bastava.
Quella caserma dove mi rinchiusero per ore, era freddissima, nonostante l'estate fosse cominciata da un po'. 2 ore di interrogatorio seduta su quella sedia, per sapere dov'ero quella notte, con chi ero...C'era qualcuno, cazzo, che poteva coprire il mio alibi?
Mi pare che fossimo insieme quando tutto accadde..
Quella luce negli occhi, mi faceva lacrimare, ma era inutile... lo sbigottimento tagliava in due il mio respiro.. e le parole restavano bloccate in gola.
Io quella notte non avevo assistito a quel premeditato massacro..26 coltellate dritte al cuore avevano inferto a quel poveretto. E anche quel suo tempo era terminato.
Pensate che avrei mai potuto resistergli? Ero fuggita, chissà dove, in mezzo a bambagia di zucchero filato, pur di non guardare.
E ora non sento più niente. Tutte quelle voci, quelle luci hanno tappato le mie orecchie e i miei occhi. Ora, fa troppo caldo per ricordare di che colore fossero le mura di quella gelida caserma.
E gli abbracci indagatori del mio ritorno a casa sono stati troppo brevi per poterli ricordare.
Nessuno ha pagato per me neache la minima parte della cauzione di quel fermo. Piano piano, a rate, ho ripagato tutta la mia innocenza alla giustizia.
Ma ancora a tante domande devo rispondere... Ma sono tutte le mie, ora, finalmente.

mercoledì, settembre 13, 2006

Canon in D minor

Sera stanca qui dalle mie parti. Come mi succede da un po'.
Saranno gli impegni sempre costanti e subdoli, che si intrufolano tra i miei respiri senza che me ne accorga, sarà il continuo soffio sul collo degli esami, sempre di meno e sempre più pesanti, sarà che dopo la superba notte bianca di sabato scorso ancora devo dormire come Cristo comanda.. sarà un po' di tutto questo, ma sta serata non decolla..
Però a pensarci bene qualcosa sta accadendo.. eh, sì, finalmente e-Mule è riuscito a scaricare il Canone di Pachelbel..introvabile, perché composto nel 1600 da questo genio della composizione per orchestra.. i suoi crescendo sono come un tuffo tra cascate infinite e sussurri di fate, quando i piano attenuano per un po' il tutto.. e i violini onde invadenti..adagio, ma non troppo..
Non sono una grande appassionata di musica classica.. ma mi sono innamorata di questo pezzo.. ecco ora mi è arrivata anche la versione solo pianoforte.. qualcosa di divino..
Ecco, dopo quest'omaggio alla bellezza che questo canone può essere, volevo spendere 2 parole per definire un po' il senso di questo momento in bilico...tra ieri oggi e domani. In cui tutto sembra confondersi, ma in realtà sta solo mutando e va definendosi in ogni sua parte.
Quanti pezzi di questo immenso puzzle ho ritrovato negli ultimi mesi, quanti ne ho persi, ma il puzzle sta venendo su bene lo stesso.. perchè a volte un po' di colore, colma buchi neri lasciati dai tanti pezzi caduti per strada..e basta quello a non farti rendere neanche conto della differenza. Sembra strano guardare tutto dall'alto, come se a malapena tante stronzate mi abbiano mai realmente toccato..
Tornare, andare, venire. Stringersi forte, nell'eternità di quello che è..
E, sarò ripetitiva, ma mai come ora tutto è in equilibrio. Uno stabile e morbido equilibrio. Che solo io posso alterare quando voglio e come voglio.
Mi vengono in mente le onde di Gaudì, in quelle dimore uscite da una favola antica, grotte che nascondono leggende e folletti al Parc Güell.. ecco, io mi sento così.. in instabile equilibrio tra colori, forme e sogni.. fiabe che ogni sera racconto al mio cuore per continuare a camminare insieme leggeri..

venerdì, settembre 08, 2006

La Verità e la Menzogna

Un giorno lontano la verità incontrò la menzogna.

La poveretta, priva di luce, mendicava un aiuto
per vivere meglio nel pianeta degli uomini.

Fu così che la verità, impietositasi, donò un po' di sé stessa, prendendosi a carico un po' di menzogna.

Da allora, bugie diffuse per centinaia di anni, divennero verità inoppugnabili e verità sacrosante, nel tempo, furono menzogne certe.

Esse ora convivono, dietro la maschera di ogni uomo, dove l'eterno Diogene sta ancora cercando la menzogna e la verità nascosta.

mercoledì, settembre 06, 2006

Cascate di lucciole

"Come andrò via in pace e senza dolore?
Oh, non lascerò questa città senza una ferita nel mio animo.
Lunghi furono per me i giorni di pena tra le sue mura, e lunghe furono per me le notti di solitudine; e chi può distaccarsi dalla sua pena e dalla sua solitudine senza rimpianto?
Troppi frammenti dell'animo ho disseminato in queste strade, e troppi sono i figli del mio ardore che vagano nudi tra queste colline, ed io non posso ritrarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste, un abito che oggi getto via, è una pelle che lacero con le mie proprie mani. è un pensiero che lascio dietro di me, ma un cuore reso dolce dalla fame e dalla sete.
Pure, non potrò indugiare più a lungo.
Il mare mi chiama, che tutto chiama a sé, e io devo imbarcarmi.
Poiché restare, benché brucino le ore nella notte, significherebbe raggelarsi e cristallizzarsi, essere costretto in una forma.
Volentieri porterei con me tutto quello che è qui.
Ma come potrò?
Una voce non può recare con sè la lingua e le labbra che le diedero le ali.
Dovrà da sola cercare l'etere.
E sola e senza il suo nido l'aquila volerà nel sole."

( Gibran)
E le note di Patchelbel hanno accompagnato questo post.. tutto così per caso, cambia e diviene.
E con la leggerezza di un soffio si alza questa aria nuova dentro di me.
Quanto puo' cambiarti e alleggerirti un luogo in cui regna solo pace e silenzio. Luce e vento.
Sono felice per chi ha atteso il nostro ritorno.
A volte stupirsi fa bene al cuore...

sabato, settembre 02, 2006

Che hai detto?

In questa postazione alberghiera, tra caramelle e nuovi clienti, non mi sento molto a mio agio, ma scrivo lo stesso perche' la voglia di raccontare quello che ho visto oggi e' troppa. Per cominciare, dalla stazione Paral-el ci siamo diretti baldanzosi e in tenuta da tipico turista italiano rincoglionito (calzoncini, occhiali da sole e macchinetta al collo) verso Casa Battlo e la Pedrera.. Spettacolari.
Nel frattempo, per gli affezionati, sto scrivendo con il sottofondo di "I still haven't found what I'm looking for" che la radio dell'hotel sta piacevolmente diffondendo..Tutto perfetto..
Dicevo, che lo spettacolo e' stato entusiasmante. Ecco, le belle linee tonde di Gaudi', viste solo sui libri, oggi disegnavano il cielo di questa Barcellona odorosa e piena di nuvole.
Io non potevo immaginare che fosse tanto bella. Tutti me ne parlavano come il posto piu' bello del pianeta, su questo avrei due cosine da ridire, ma e' sicuramente tra le piu' interessanti. Poi per quanto mi riguarda, per far diventare splendido un luogo, bastano due nuvole, un po' di stelle, una chiesa max rinascimentale e qualche macchia di colore nella vita del luogo... percio' non faccio testo.
In quanto a vida loca, le vicine Ramblas si fanno sentire nei botillons notturni e negli sguardi smaliziati, ma e' bello anche questo..
Dopo la Sagrada Familia e' stata una tappa praticamente obbligata.. Splendido il portale orientale..un po' meno la visione dall'interno...un cantiere a cielo aperto. Ma i cartelli avvertono il turista che prima di sborsare 8 euro, ci pensa su 2 volte... Grande civilta' ovunque. Mi ha stupito la pulizia di questa citta'. Il parco davanti all'Arc de Triomf e' talmente pulito che si potrebbe mangiare per terra.. come quei 2 pappagalli verdi di ieri.. (avete mai visto i pappagalli mangiare con i piccioni?...??).. che alla fine del loro lauto pasto, ossia i resti dei nostri bocadillos, hanno lasciato un profumato ricordo sulla maglia di Andrea...
Ora ci aspetta come minimo una lauta cena, visto i km fatti, e una bella passeggiata al Marenostrum.
Domani, Museo di Picasso, Parco di Miro', la Cattedrale, Palais de la Musica Catalana e un'ultima puntata alle Ramblas, che se mi restano 5 euro, voglio comprarmi il mondo in una sfera di cristallo...

Io vado su

Siamo tornati a Barcellona. Dopo 15 giorni di anda e rianda per tutto il nord della Spagna. Ci si meritava proprio tutto questo splendore. Ma le 8 ore d'attesa sotto la statua di Colombo, alla fine delle Ramblas, per trovare un cazzo d'albergo libero ci hanno finito.

I precedenti a tutto questo erano:

  • 18 ore di viaggio in treno da La Coruña a Barcellona
  • 2 bocadillos stantii dalla sera prima perche' i soldi sono finiti e voglio vedere come campiamo a Barcellona con 55 euro (e io sono quella messa meglio perche' c'e' chi e' rimasto con 5 euro)
  • un mal di pancia tipo parto che mi ha accompagnato per tutto il giorno perche' in treno il bagno era qualcosa di irripetibile

Tracciando le fila di questa giornata, che non posso permettermi di descrivere per mancate capacita' cerebrali, direi che domani comincio con il Museo di Picasso e la Sagrada.. poi si vedra'.

Notte